Chi pensa sia necessario filosofare, deve filosofare e chi pensa che non si debba filosofare, deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui.

19.2.09

Novella (parte 1)

PREFAZIONE -


Il professor Brown era un noto ricercatore, acclamato e rispettato da tutta l'università.
Pur non essendo una persona di compagnia, il suo nome era sulla bocca di tutti, i suoi studi sulle piante, sugli animali, in particolare gli scritti sui rettili, erano letti da tutti i ragazzi della contea.
La sua vita, era sedentaria e abituale, mai un imprevisto o un contattempo, ogni giorata era strutturata alla perfezione, come del resto ogni sua lezione: mai un entusiasmo nuovo o un tentativo diverso di affrontare un qualunque argomento, tutto scorreva a grandi parole ma lontano da ogni forma di spontaneismo.
Alla fine di maggio, le impegnate ricerche, lo portarono a interessarsi dei coralli di mare, animali acquatici appartenenti alla famiglia dei polipi.
Per approfondire l'apparato sessuale di questi animali, il professore, decise di fare un'esplorazione in mare nel fine settimana.
Girò qualche giorno lungo il porto, in cerca di un brav'uomo disposto per pochi centesimi, ad accompagnarlo in questa sua escursione, ma non trovò nessuno.
Il secondo giorno si imbattè in un incontro improvviso: un giovane dalla faccia paffuta e dalle braccia lunghe, gli urtò involontariamente la spalla - Il ragazzo prontamente chiese scusa -.
Brown accettò le scuse e gli chiese il perchè di tanta fretta, egli rispose che stava correndo per arrivare in tempo all'appuntamento che aveva con il suo unico amico, per fare un giro in barca.
Tra i due nacque una breve conversazione, in cui si presentarono.
Il ragazzo raccontò di possedere una piccola imbarcazione e il professore di essere in cerca proprio di una persona che, in cambio di una piccola ricompensa, lo portasse al largo e che gli facesse da marinaio per due giorni.
Il giovane, dopo aver ascoltato attentamente l'offerta, decise di dare la sua disponibilità e accettò la strana proposta.
I due si diedero appuntamento per sabato mattina alle prime luci dell'alba.
Quando il professore arrivò al posto prefissato, trovò Charles, questo era il nome del giovane, pronto più che mai.
Charles era figlio di un marinaio e possedeva una semplice barca decorata interamente da lui, era lunga quattro metri ed aveva solo due piccole cuccette per riposare e per ripararsi dalle intemperie.
Per l'occasione, il timone era stato ricoperto da uno strato di cuoio duro e i due posti a sedere erano stati accuratamente puliti.
Il professore se ne accorse subito.

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