Chi pensa sia necessario filosofare, deve filosofare e chi pensa che non si debba filosofare, deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui.

31.5.09

Lao Tze

CENTO SCUOLE DI PENSIERO

Una piccola parentesi, per elogiare uno dei massimi esponenti delle Cento scuole di pensiero. Lao Tze, autore del Tao Te Ching e contemporaneo di Confucio, con la sua vivacità nemmeno sembra un cinese. Mentre la Cina, agli occhi delle potenze occidentali è un campo infinito di sfruttamento di mano d'opera, l'antica sapienza e l'antica arte dei cinesi proseguono la loro marcia trionfale nei cuori della gioventù più sensibile!

Dal Tao Te Ching:

Le parole vere non sono belle,
Le parole belle non sono vere,
L'abilità non persuade,
La persuasione non è abile.
Il saggio non è erudito,
L'erudito non è saggio,
L'uomo prudente non ammucchia proprietà,
Quanto più egli fa per gli altri,
Tanto più egli ha.
Il senso del cielo è benedire senza far danno.
Il senso dell'uomo prudente è operare senza discutere.

* * * * *

In principio questi ottenner l'Uno:
il Cielo l'ottenne e per esso fu puro,
la Terra l'ottenne e per esso fu tranquilla,
gli esseri sovrannaturali l'ottennero
e per esso furono potenti,
la valle l'ottenne e per esso fu ricolma,
le creature l'ottennero e per esso vissero,
principi e sovrani l'ottennero
e per esso furon retti nel governare il mondo.
Costoro ne furono resi perfetti.
Se il Cielo non fosse puro per esso
temerebbe di squarciarsi,
se la Terra non fosse tranquilla per esso
temerebbe di fendersi,
se gli esseri sovrannaturali non fossero potenti per esso
temerebbero d'annullarsi,
se la valle non fosse ricolma per esso
temerebbe d'inaridirsi,
se le creature non vivessero per esso
temerebbero di spegnersi,
se principi e sovrani non fossero nobili e alti per esso
temerebbero di cadere.
Il nobile ha per fondamento il vile,
l'alto ha per basamento il basso.
Perciò quando principi e sovrani chiamano sé stessi
l'orfano, lo scarso di virtù, l'incapace,
non è perché considerano lor fondamento il vile?
Ahimé, no!
Quando hai finito d'enumerare le parti del carro
ancor non hai il carro.
Non voler essere pregiato come giada
né spregiato come pietra.

* * * * *

Pratica il non agire,
imprendi il non imprendere,
assapora l'insapore,
considera grande il piccolo e molto il poco,
ripaga il torto con la virtù.
Progetta il difficile nel suo facile,
opera il grande nel suo piccolo:
le imprese più difficili sotto il cielo
certo cominciano nel facile,
le imprese più grandi sotto il cielo
certo cominciano nel piccolo.
Per questo il santo non opera il grande
e così può completare la sua grandezza.
Chi promette alla leggera trova scarso credito,
chi reputa tutto facile trova tutto difficile.
Per questo al santo tutto pare difficile
e così nulla gli è difficile.

* * * * *

I cinque colori fan sì che s'acciechi l'occhio dell'uomo,
le cinque note fan sì che s'assordi l'orecchio dell'uomo,
i cinque sapori fan sì che falli la bocca dell'uomo,
la corsa e la caccia fan sì che s'imbesti il cuore dell'uomo,
i beni che con difficoltà si ottengono
fan sì che sia dannosa la condotta dell'uomo.
Per questo l'uomo prudente
è per il ventre e non per l'occhio.
Perciò respinge l'uno e preferisce l'altro.

* * * * *

Della spiritualità e del concetto di materia

TEISMO E MATERIALISMO

A rigor di storia non c'è altro dilemma che attanaglia tanto gli uomini come la seguente questione: "la materia produce tutte le cose o c'è anche un dio?".
Molti di noi, credo i più fra noi, sentono che un terribile freddo di morte scenderebbe sulle loro spalle se fossero forzati a credere che non c'è alcuna entità superiore, alcun elemento trascendentale che racchiude il mondo intero, ma che il tutto si è prodotto puramente per accidente e che prosegua il suo cammino senza alcuna espressione superiore. Senza un Dio, il mondo, ci parrebbe insensato, freddo, come se avesse qualcosa di squallido. Con Dio, invece, le cose diventano calde e piene di reali significati.
Quando usiamo l'espressione Dio, intendiamo un flusso superiore che si esprime in tutte le realtà, compreso l'uomo. Questa energia può essere vissuta in base al credo o alle esperienze private, e si esprime sotto le più svariate forme, quali possono essere la bellezza, la natura, l'amore, la gioia, la felicità, la forza delle virtù, la positività o la semplice credenza, ma ogni forma richiama i più nobili pensieri, ogni credo si rifà al giusto e alla crescita dello spirito. Per l'artista dio è la bellezza che emana tutto ciò che lo circonda, per lo scienziato è il continuo movimento degli atomi, per il naturalista è il flusso delle stagioni e la luminosità delle stelle, per il contadino è il rapporto che ha con la sua terra! Percui, noi nutriamo a grandi linee un senso di rispetto verso ogni tipo di culto, purchè liberi l'uomo dalle sue catene e lo faccia brillare di luce propria, (per quanto ci riguarda lontano da questioni teologiche di speranze ultraterrene che vincolano l'uomo nel presente) senza peccati e senza colpe, perchè ogni tipo di credo, che rafforza la fiducia in se stessi, è un potenziale motore che conduce alla felicità, ogni nuova concezione può portare l'uomo ad un rapporto meraviglioso con il mondo intero!
Partendo da questo concetto, che ogni uomo crede in un Dio diverso, ma che in realtà, la sua forza deriva da una radice comune che oscilla tra i due estremi e muove il mondo intero, dimostreremo che la disputa tra teismo e materialismo è una questione puramente scolastica, atta ad alimentare libri e discorsi da intellettuale di mestiere, ma di pochissimo rilievo nella vita quotidiana della gente.
Materialismo significa semplicemente la negazione di un qualsivoglia ordine/disordine superiore morale-spirituale, e l'affermazione di un'unica realtà in continuo muovimento puramente materiale. Teismo significa l'affermazione di una realtà spirituale, naturale e universale che da libero sfogo alla speranza e che accresce l'immaginazione.
Questi due concetti, in un primo momento, possono apparire uno l'opposto dell'altro, in realtà, soffermandoci ad analizzare gli elementi retrospettivi che li compongono, ci accorgeremo che sono la medesima cosa. I teisti, molto schiettamente, rimproverano i materialisti per quello che non sono, li accusano di bassezza e volgarità, rifiutando la loro scarsa angolazione visiva e le loro idee tecniche sul mondo. I materialisti rispondono che, la materia è la sola che esiste dall'origine del tutto e sarà la sola a vederne la fine, percui è l'unica cosa certa in cui credere; e che ogni metafisica, ogni visione particolare del mondo è frutto delle divagazioni umane.
Come si fa a questo punto a decidere da che parte stare? Sareste voi in grado di prendere una posizione netta sull'argomento e spiegarne le motivazioni? In molti ci hanno provato, da Feuerbach a hobbes, da Voltaire a Kant; ognuno di loro ha espresso nel migliore dei modi le proprie idee giustificando, per la gioia dei molti, la loro presa di posizione con alcuni scritti, a tratti oscillanti tra genialità e delirio; ma questo non ci impedirà di dire che è finalmente giunto il momento di riconoscere una volta per tutte che non c'è alcuna differenza pratica tra materialismo e teismo, perchè questi sono la stessa cosa spiegata da due angolazioni diverse.
Questi due apparenti opposti, giocano a rincorrersi come il gatto con il topo, perchè con una divisione insensata, con una contrapposizione ideologica, nessuno dei due schieramenti arriverà mai ad una conclusione, tutt'altro, saranno destinati ad un eterno chiacchiericcio da cattedra, se non riconosceranno la loro omogeneità, il loro completarsi a vicenda. Dio, che è la forza che muove l'intero universo, per mezzo della materia esprime la sua nobiltà, il suo splendore, la sua forza, per questo non ha alcun senso dividersi in due schieramenti, siamo tutti riconoscenti alla medesima energia, i materialisti hanno bisogno della spiritualità tanto quanto i teisti hanno bisogno della materia.
"Il fiore, è solo un fiore è vero, ma nasconde qualcosa che solo questo può darci".
Io, non sono nè materialista, nè teista; io, sono soltanto un uomo. Non faccio parte di nessuna classificazione umana, non mi identifico in nessun schieramento, del resto come farei per esempio a ritenermi teista? Io non credo in un dio che ci giudica, che ci guarda e che influisce sulla nostra vita terrena, nonostante questo ogni giorno elogio e rendo onore al creato e alla bellezza che respiro. Il mio dio non è religioso, bensì spirituale, è la capacità di interagire con la natura è lo splendore che mi intrattiene ore a guardare il cielo, è la serenità che avverto in presenza degli amici, è la sensazione di felicità che mi invade quando vado a letto e volo tra me e le montagne più alte. Dio è vivere a pieno la nostra vita onorando il mondo e ogni essere vivente, perchè Dio è felicità, e dove non vi è felicità, non vi è Dio. (a questo punto potrei addirittura essere accusato di essere materialista se non fosse per il fatto che concepisco una realtà superiore che si esprime per pezzo della materia e che racchiude il tutto!)
La disputa tra materialismo e teismo è di nuovo annullata con questo piccolo esempio.
Un bosco è per tutti un bosco, ma si carica di significato in base a chi lo guarda. Per il taglialegna il bosco è lavoro, fatica o semplice legna da tagliare, per l'affarista il bosco è un'inutilità da vendere al miglior offerente, ma per l'uomo superiore, che vede oltre, il bosco è la migliore delle case, è un fiume in piena di emozioni, è pura vita da respirare a pieni polmoni! e qui entra in gioco la nostra anima, perchè l'uomo che vede Dio dietro ogni cosa è l'uomo che apre la sua anima al mondo, ed è l'unico che porta avanti la vera evoluzione della specie. L'anima è il canale sotto cui dio mostra le sue virtù, e quando ci sintonizziamo sulle giuste frequenze, non c'è preghiera che possa eguagliare la gioia che proviamo, solo per il semplice fatto di vivere e fare parte del creato.
A questo punto, ogni disputa perde di significato davanti la forza universale. Ogni discorso, ogni spiegazione è spazzata via dalle sensazioni che proviamo! cosa importa se gli atomi sono Dio o se Dio muove gli atomi, l'importante è percepirne la positività! Feuerbach disse che "L'uomo sposta il suo essere fuori da sé, prima di trovarlo in sé. La religione è l'infanzia dell'umanità." probabilmente aveva ragione, e finchè l'uomo tratterà la religione come una materia, non capirà mai il senso della spiritualità.
Il semplice fatto che noi conosciamo il Dio cristiano o musulmano, dopo le letture della Bibbia o del Corano, sta a significare che non è quel Dio ad apparire al nostro interno, ma siamo noi ad apparire all'interno del suo mondo; nel senso che la nostra credenza, la nostra devozione, deriverà da una sorta di autoconvincimento e non da ciò che realmente sentiamo o sentivamo in precedenza.
Ogni credenza di tipo religioso imposta, come l'esser diventato cristiano, buddista o induista, deriva da una forma di aggregazione dovuta all'insegnamento che si riceve in base al luogo di nascita. Scegliere un Dio in cui credere, un Dio che tralaltro conosciamo perchè ci è stato insegnato, è come scegliere un partito politico che più si avvicina alle nostre idee, ma la politica è tipicamente materiale, Dio non lo è affatto! Dio bisogna sentirlo, viverlo e apprezzarlo, per questo difficilmente le persone credono in qualcosa, perchè pensano che la spiritualità sia solo una questione di devozione, o un'entità morale che impone divieti; in realtà l'ardore spirituale è ben lontano da tutto ciò, perchè Dio come lo intendiamo noi, abbatte ogni dogma e ogni costrizione, esso è quella forza che ci dona felicità! è la spinta vitale che avvertiamo quando apriamo la nostra anima al mondo! è il soffio che ci spinge alla beatitudine terrena, che fa volare la nostra anima!
Vi lascio alle vostre considerazioni.

9.5.09

Espressione dell'anima

STUDIO DELL'ANIMA NELLA QUOTIDIANITà DELLA VITA E NELLA PRATICITà DEGLI OGGETTI

Io onoro quell'uomo la cui ambizione non sta nell'accumulare denaro o proprietà, nell'essere famoso o potente, comandante o ministro, ma nell'essere un maestro del ben vivere, e nell'aministrare al meglio la propria vita in relazione alla vita altrui.
Da un cambiamento di scopo è seguito un cambiamento dell'intera scala attraverso cui si era soliti misurare uomini e cose. La ricchezza è da sempre nella concezione comune il primo titolo alla stima, ma oggi, ricchezza e povertà sono viste per quel che sono, i poveri sono coloro che si sentono tali, e nella maggior parte delle volte la povertà consiste solo nel sentirsi poveri. I ricchi, per come si danno a vedere e per come noi li conosciamo, in una vera scala sarebbero riconosciuti come gli ultimi dei pezzenti. Possiamo frequentare i giovani più ricchi della città, ma se questi appesantiscono le nostre giornate, non esiteremo ad allontanarli, come possiamo frequentare i più umili del paese e rimanerne affascinati. Gli uomini devono essere onorati e rispettati per quel che sono, non per quel che posseggono. Il classico pensiero associativo che, all'uomo ricco equivale un uomo di valore, ormai è un faro che illumina i vecchi libri di storia, basta guardarsi attorno per capire che il furore antico, nella maggior parte dei casi è stato sostituito dalla superficialità e dal rumore moderno. Per questo le nostre considerazioni sugli uomini devono essere totalmente estranee ai loro beni, solo così potremo valutarli realmente per quel che sono e apprezzare la loro anima, perchè l'uomo nella sua interezza rimane nell'eternità, le sue ricchezze sono solo di passaggio.
Le passioni e le pretese, da sempre spingono l'essere umano ad un continuo miglioramento di sè, sia in ambito spirituale che materiale, e ad una continua ricerca nel semplificarsi la vita nel quotidiano,(talvolta in modo eccessivo) da qui la nascita degli degli oggetti, ovvero, volontà umana sotto forma di materia.
Gli oggetti sono parte integrante della nostra vita quotidiana, questi possono essere classificati in base alle loro virtù. Ognuno di loro acquista un significato, ed una maggiore importanza, in base alla sua propria utilità e alla sua finalità concreta. Gli utensili annullano le difficoltà puramente pratiche, come accendere il fuoco, illuminare una stanza o spostarsi da una città all'altra. Immaginate quanto tempo dovremmo perdere se dovessimo accendere il fuoco a mano, con legna e paglia, o se per fare una qualunque cosa in casa dovremmo aspettare l'alba, o ancora se per spostarci di qualche decina di chilometri ci impiegassimo giorni interi, ecc. Gli oggetti ci permettono di dedicare più tempo ai divertimenti e ai pensieri, sono la dimensione sotto cui l'uomo progetta la sua vita, nonchè motrice dell'economia nazionale e abile spalla vanitosa di cui l'uomo moderno non è in grado di fare a meno. Come dei cortigiani, gli utensili, servono il proprio sovrano ogni volta che questo ne richiede, e quando hanno terminato il loro compito, o quando per necessità vengono sostituiti con degl'altri, migrano, pronti a dar sostegno ad un nuovo imperatore.
Ogni rapporto che si instaura tra oggetto e uomo, varia in base al beneficio che quest'ultimo ne ricava, e al maggior numero di fattori espressivi; perchè la bellezza degli oggetti risiede nella loro utilità, ma anche nella potenziale capacità di comunicare.
Quando acquistiamo un abito, non basta sceglierlo in base alla moda del tempo, al colore o al prezzo. Un vestito, per risultare piacevole, deve avere la giusta piega che trovi riscontro nella praticità del suo utilizzo; ogni risvolto, ogni ondulazione, ogni decorazione, che ne impedisce il corretto e semplice impiego, rende deforme le gesta della comodità e imbruttisce.
é proprio nella ricerca forzata della bellezza che la si perde definitivamente, perchè questa viene da sè, fuoriesce dall'armonia che si crea tra vestito e movimento del corpo, non dalle pompose decorazioni dei sarti. Più un vestito è semplice, più acquista bellezza, perchè la semplicità è la forma sotto cui l'anima mostra le sue virtù.
Quando acquistiamo delle scarpe, alla linea e al piacere dell'occhio, deve prevalere la comodità, altrimenti il costo elevato e le varie decorazioni non terranno a bada la scomodità.
Gli indumenti, tanto più rendono naturali e fluidi i movimenti del corpo, tanto più saranno apprezzati, sia da chi gli indossa, sia da chi li osserva.
Una caratteristica tra le tante, se non la più importante è che, un utensile non deve richiedere sforzi eccessivi nell'essere mantenuto. Gli oggetti devono semplificare e non intrecciare la vita, devono se è possibile, chiedere il minor sforzo e dare il massimo dei risultati. Ad esempio l'automobile, mezzo di trasporto utilissimo, ma a volte decisamente troppo costoso, perchè se il peso del mantenimento (con tutto ciò che comporta) supera la comodità dell'utilizzo, non ne vale affatto la pena. Nella scelta degli oggetti non dobbiamo troppo scendere a compromessi, dobbiamo sempre circondarci di un moderato numero di utensili che richiedano il minimo impegno e che sappiano mantenersi nel tempo. Il troppo stroppia, sopratutto negli oggetti.
Quando questi si allontanano dalla loro funzione primaria, ecco che sfociano negli eccessi. Quando entriamo in edifici di lusso, e lo spreco eccessivo va di pari passo con la vanità esasperata, se i nostri occhi rimangono abbagliati, la nostra anima non si lascia sorprendere e corre al riparo. I luoghi in cui i veri valori vengono accantonati per la morale affarista-borghese, sono una sorta di prova del nove, che conferma la necessità di una cultura diversa. Il fascino delle ricchezze persuade solo l'uomo superficiale, la vera ricchezza, quella che affascina gli uomini superiori, è altrove! ben lontana da muri decorati e sale capricciose, da favoritismi e compiacimenti, che distolgono l'uomo da se stesso e ne ubriacano l'anima. Gli edifici migliori sono le case che sanno accogliere e mettere a proprio agio le persone. Bisogna accogliere gli uomini e la loro anima, perchè se l'occhio vuole la sua parte, l'anima la esige! (filosofia della casa)
Ogni uomo dovrebbe instaurare un rapporto originale con i propri oggetti e con tutto ciò che lo circonda! ognuno dovrebbe imparare a far di se poesia, perchè come diceva Victor Hugo "L'anima è l'unico uccello che sostenga la sua gabbia"