Chi pensa sia necessario filosofare, deve filosofare e chi pensa che non si debba filosofare, deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui.

3.3.10

Generosità

SULLA GENEROSITà, L'ALTRUISMO E LA CAPACITà DI DONARE

Sbaglia chi pensa che donare sia facile. Brillanti, gioielli e vestiti di marca, non sono doni, ma scuse per doni. Bisogna essere ugualmente bravi nel ricevere come nel donare, perchè diventiamo bravi donatori, solo dopo che abbiamo imparato a ricevere.
Io sono dispiaciuto quando ricevo un dono da qualcuno che non conosce il mio spirito, o ciò che penso di questo o quello. Potrei riceve in dono una villa enorme o una macchina lussuosa, eppure rimarrebbe in me un senso di smarrimento e amarezza, sicchè l'atto non si regge su nulla. I veri doni si riconoscono perchè accompagnati da una parte di noi stessi. Quando mi regalano vestiti alla moda o oggetti preziosi che mostrano il talento di qualche stilista o designer, mi sento offeso, in debito e attaccato alle spalle. Ricevere questo tipo di regali è una cambiale, sembra quasi che mi debba sdebitare il più presto possibile, ma io non voglio ricevere freddo e formalità, queste sono cortesie da uomini con proprietà fittizie e morali finte borghesi. Io voglio ricevere in dono una parte del mio donatore, e voglio che ci sia un canale di unione tra lui e il dono che mi appresto a prendere, solo così mi sentirei realmente appagato e felice di aver ricevuto qualcosa in regalo.
Se il mio amico contadino, mi regalasse degli ortaggi colti da lui e me li portasse dentro una cesta riempita accuratamente, mi scoprirei la persona più felice al mondo, perchè oltre al dono in sè, avvertirei tutta la sua operosità e generosità. Se il mio amico pittore, dipingesse per me anche solo un petalo di rosa che cade nella sua semplicità, mi sentirei al settimo cielo nel vedere l'espressione della sua arte nei miei confronti. I doni autentici sono quelli più naturali, in cui il ricevente si scopre a gioire, sia per il regalo che per il donatore.
Quando sono io dall'altra parte della barca e mi immedesimo donatore e portatore di generosità, mi scopro fin troppo attento. Io sono un tipo che fa pochi regali, che non ricorda le date o le occasioni ricorrenti, ma mi ritengo abbastanza generoso nel procedere delle giornate. Mi piace osservare e scoprire persone verso cui la mia generosità, seppur espressa con semplicità e piccole cose, non avrà limiti. Mi piace aiutare e donare a chi se lo merita, e mi piace che questa persona goda del mio aiuto. Mi scopro attento nel senso che, al momento del dono ho chiaramente presente il valore che a mio avviso possiede una persona, di conseguenza, con alcuni mi limiterò ad offrire, con altri insisterò perchè accettino il mio regalo, con altri farò credito, con altri ancora mi sdebiterò nel giro di qualche giorno. Chi avrà affinità con il mio spirito sarà certamente in prima fila nel ricevere la mia generosità. Chi invece ritengo lontano da me, non riceverà nulla nonostante sia mille volte più bisognoso. Preferirei donare un libro di poesie a un giovane ragazzo che sappia cogliere il senso del mio dono, piuttosto che donare dei soldi a un senza tetto che non combinerà nulla di buono nonostante si sia riempito lo stomaco.
Difficilmente gli uomini attenti saranno frettolosi e sprecheranno i loro doni e la loro generosità, magari sprecheranno le loro ricchezze, ma non le energie verso chi non le merita. Non negheranno a nessuno, per quanto sia in loro potere, di vivere in modo dignitoso, ma con la consapevolezza che c'è ben altro nella vita, di un piatto di pasta e della carità. La generosità appaga la necessità, ma il dono procede sempre sulla stada delle affinità, cosicchè la necessità soddisfa i bisogni primari e le affinità elevano ed esalatano lo spirito. I doni non vengono mai a caso, perchè è il caso che ce li dona.