Chi pensa sia necessario filosofare, deve filosofare e chi pensa che non si debba filosofare, deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui.

23.2.09

Degli uomini e della politica

Il buon pensiero nasce da una simmetria mentale.

Un uomo cade nel ridicolo quando vuol dar a vedere una vera identità, agli occhi di chi una vera identità la possiede per davvero.

A molti uomini la tarda sera fa paura, per questo passano giornate intere a cercare lampadine.

Il miglior partito è quello formato da una singola persona.

Le masse tendono a dimenticare gli errori commessi per gioire meglio delle vittorie conquistate, ma questo vizio stravolge la realtà, portando gli uomini a inciampare sempre nelle stesse buche.

Alcuni uomini si accorgono della loro interiorità solo quando vengono feriti.

Ogni stato attuale teme lo sviluppo dello spirito, per questo le classi dirigenti non vogliono ammettere nè la storia, nè la possibilità di un divenire diverso; L'educazione impartita dallo stato, di fatto vincola ogni sviluppo personale, mantenendo ogni generazione a uno stesso livello. Ma questo non sempre riesce, perchè il singolo, mosso da una forte volontà, una volta intrapresa la strada della formazione intelletuale e della conoscenza di se stesso, la seguirà fino in fondo.

L'abitudine d'aggregazione crea pensieri di stallo.

Più ci si allontana dalla morale comune e più si raffina la tecnica, e il processo tecnico isola a sua volta.

Il lavoratore moderno raramente troverà sollievo durante i giorni di riposo, perchè appunto sono giorni di riposo, non di libertà. La sua malattia è la costante sottomissione alle leggi di mercato, che alimentano una folle economia sviluppatasi per conto proprio, fine a se stessa e basata su consumi eccessivi.

Il rimpianto è il delirio dello spirito.

Gli uomini possiedono ancora il sogno di un tempo, ma non hanno la coscienza per poterlo attuare.

Non si è realmente capito, se non si è capito il senso per cui si può capire.

In fin de conti la vita è fatta di piccoli momenti di estrema significatività e lunghi momenti d'intervallo. C'è chi vive e assapora il riflesso dei momenti migliori e chi è esso stesso un momento d'intervallo.

Il pasto, al palato di un uomo, risulta squisito quando è preparato con i migliori condimenti.

Appena un uomo diventa rilevante nello scenario politico del suo paese, lo stato si impossessa della sua anima. Chi è ai vertici del gioco del potere, deve essere sempre e comunque ricattabile: questa è la sua unica garanzia per non essere liquidato nel tempo.

Un uomo cresce se impara a giudicare se stesso e gli altri sullo stesso piano.

Un popolo che non tiene conto di ciò che vive oltre se stesso, è come il taglialegna che muore travolto da una frana: egli sarà la sola ed unica causa della sua morte.

L'insensatezza dei partiti politici, sta nella continua ricerca del voto a danno della risoluzione dei problemi.

La conoscenza non è vita, ma la vita è conoscenza.

Alcuni uomini politici approfittano delle debolezze altrui per evidenziare i propri meriti seppur mediocri, questo accade perchè l'elettore medio non ha memoria, ma anche se ce l'avesse non sarebbe comunque in grado di formulare una propria opinione: Il problema della politica è la passività dell'elettorato.

Gli uomini moderni vivono troppe esperienze e riflettono troppo poco su di esse, per questo diventano miopi.

La fine di un pensiero non è la sua meta, ma tuttavia, se il pensiero non è giunto alla fine nemmeno ha raggiunto la propria meta. che fare?

* * * *

21.2.09

Novella (parte 3)

CONCLUSIONE -


Durante la notte si alzò un vento terribile, Iniziò a piovere e il mare si gonfiò, Charles si svegliò immediatamente e si mise al timone.
Capii subito che il tempo non sarebbe migliorato a breve, le onde iniziavano ad alzarsi oltre il livello di guardia e il vento non dava cenni di voler diminuire.
Il professore si svegliò bruscamente, uscì dalla sua cuccetta e ordinò al ragazzo di gestire al meglio la situazione.
Charles, pur essendo molto giovane aveva già una modesta esperienza alle spalle, non era la prima volta che si imbatteva in una tempesta in alto mare, già lo scorso anno aveva affrontato con successo una terribile bufera.
Il ragazzo si occupava di tenere l'imbarcazione in equilibrio, ma nonostante i suoi sforzi la barca iniziò a riempirsi d'acqua.
Onda dopo onda, l'acqua salì sempre più ai piedi del professore.
Charles tentò il tutto per tutto ma vedendo le condizioni del tempo e la quantità d'acqua che riempiva la barca, capii che non c'era più nulla da fare, l'imbarcazione stava affondando, era solo questione di minuti.
Inaspettatamente il ragazzo prese coraggio e rivolse per la prima volta la parola al professore, la sua voce era mutata e il suo sguardo era freddo e deciso, era cosciente della drammatica situazione, ma sembrava non aver paura, si stava comportando da vero marinaio.
Guardandolo fisso negli occhi, Charles chiese:
- "Signore, lei sa nuotare?" -
Il professore udendo le poche parole si pietrificò, capì che stava per accadere qualcosa di irreparabile, non pensò più a niente e balbettando con voce soffusa rispose:
- "No ragazzo, non so nuotare, non ho mai dato importanza al nuoto." -
La barca andò a picco e gli scritti del professore andarono perduti.
Il ragazzo afferrò Brown, lo strinse forte al suo petto e nuotò in direzione della riva.
Dopo svariate ore passate in mare i due arrivarono fortunatamente in un'isola non sconosciuta a Charles.
Stremato, appoggiò il professore sulla spiaggia, che nel frattempo aveva perso conoscenza, si sdraiò sulla sabbia e si abbandonò ad un dolce riposo.
Il sig. Brown al suo risveglio, vide il ragazzo che dormiva a braccia aperte e capendo di essere sopravvissuto al tremendo naufragio tirò un sospiro di solievo.
Charles era riuscito a salvarlo, le sue lunghe braccia gli avevano permesso di nuotare senza sosta.
- salvando una vita umana era diventato l'artista di un'opera straordinaria -
Proprio lui, che non aveva alcuna sensibilità per la cultura, che non sapeva ne leggere, ne scrivere, che non aveva alcuna conoscenza della storia del suo paese e che non sapeva nemmeno qual'era l'attuale presidente in carica, si era scoperto la persona più importante per Brown, era stato in grado di salvargli la vita, dimostrandosi all'altezza della situazione.
Nessuno mai si era rivelato tanto decisivo, nella vita del professore.
Lui che era sempre pronto a vantarsi di se, che impartiva ordini lapidari e che guardava tutti dall'alto al basso, ora doveva tutta la sua riconoscenza e il suo rispetto nei confronti di un sasso.

* * * *

20.2.09

Novella (parte 2)

L'IMBARCAZIONE LASCIA IL PORTO -


Il professore si accomodò subito sul suo sedile e spulciando tra i suoi fogli ricchi di appunti, si immerse in un silenzio contemplativo.
Nel frattempo, Charles era intento a guidare la barca al di fuori del porto e a seguire la rotta datagli in precedenza dal professore.
Dopo quasi due ore di viaggio, Brown rivolse la parola al giovane che fino a quel momento era stato al suo posto cercando di disturbare il meno possibile.
- "Che scuola fai ragazzo?" -
Chiese con voce decisa il professore.
- "Non frequento nessuna scuola" -
Rispose Charles.
- "Non frequenti alcuna scuola, ma com'è possibile?" -
IL ragazzo con il volto rivolto verso il basso rispose:
- "I miei genitori sono poveri, io non ho mai avuto la possibilità di frequentare alcuna scuola, ma ho imparato a leggere grazie alle lezioni serali di mia madre" -
Il professore rimase allibito.
Charles aveva diciassette anni, aveva iniziato a lavorare fin da bambino, per assicurarsi il pasto quotidiano.
Il padre era spesso lontano da casa e i pochi soldi che inviava alla famiglia non bastavano a sfamare lui, i suoi tre fratelli e sua madre.
Per questo all'età di sette anni iniziò a lavorare lungo il porto, svolgendo ogni tipo di mansione, dalla pulizia delle barche dei signori, allo scarico merci.
Calò nuovamente un intenso silenzio, il professore si concentrò sui suoi studi mentre il ragazzo guardava il mare.
Il sole era ormai alto nel cielo e la fame colse i due naviganti.
Durante il pranzo il professore venne invaso da un senso di pietà, nonostante non gradisse quel sentimento e cerasse in tutti i modi di eluderlo, lo avvertiva più forte che mai.
Lui, che a diciassette anni traduceva i testi in latino e che già si rapportava con ragazzi più grandi, aveva di fronte a se un ragazzo che non conosceva nulla o quasi, che aveva passato la sua giovinezza tra la volgarità del porto e lo sfruttamento, che aveva dovuto subire chissà quale affronto e continuare per la sua strada a testa bassa.
La discussione tra i due era dominata dal professore, era lui a decidere se porre delle domande o se riprendere il silenziio, Charles si limitava a rispondere in modo garbato, stando attento ad ogni singola parola.
Incuriosito dal livello di conoscenza del ragazzo, Brown riaprì il dialogo.
- "Hai mai sentito parlare di Socrate" -
- "No professore, non so chi sia" -
Rispose Charles.
- "Conosci la storia del nostro paese, figliolo? -
- "No signore, conosco ben poco, non ho mai avuto il tempo di approfondire determinati argomenti, non ho mai avuto soldi per comperare dei libri, non ho mai letto nulla, a parte singole parole." -
Il professore nonostante non volesse, guardava Charles con compassione, si sentiva superiore, provava dentro di se uno strano senso di disgusto e senza un preciso motivo, continuò a fargli domande di cultura generale, rimanendo sempre più esterefatto dalle risposte del giovane, che nonostante tutto, continuava a tenere d'occhio le onde e a curare la rotta.
Il sole iniziava a calare lungo l'orizzonte e Brown, inorgoglito più da se stesso che dai suoi studi, fece fermare la barca e decise di andare a riposare.
Nonostante volesse dormire, continuava a pensare a quel ragazzo che a diciassette anni non era coscente ne di se stesso, ne del mondo circostante, e che difficilmente avrebbe avuto una vita felice, se non felice almeno dignitosa.
Durante il dormiveglia arrivò ad associare Charles ad un sasso.
Una persona priva di conoscenza, senza immaginazione, capace solo di svolgere attività manuali e lontano da ogni forma di cultura ed eleganza, non poteva che essere paragonata ad un sasso, sempre uguale, sempre immobile, insensibile ai miglioramenti interiori ma solo ai cambiamenti esteriori.
- Venne la notte, i due presero sonno -

19.2.09

Novella (parte 1)

PREFAZIONE -


Il professor Brown era un noto ricercatore, acclamato e rispettato da tutta l'università.
Pur non essendo una persona di compagnia, il suo nome era sulla bocca di tutti, i suoi studi sulle piante, sugli animali, in particolare gli scritti sui rettili, erano letti da tutti i ragazzi della contea.
La sua vita, era sedentaria e abituale, mai un imprevisto o un contattempo, ogni giorata era strutturata alla perfezione, come del resto ogni sua lezione: mai un entusiasmo nuovo o un tentativo diverso di affrontare un qualunque argomento, tutto scorreva a grandi parole ma lontano da ogni forma di spontaneismo.
Alla fine di maggio, le impegnate ricerche, lo portarono a interessarsi dei coralli di mare, animali acquatici appartenenti alla famiglia dei polipi.
Per approfondire l'apparato sessuale di questi animali, il professore, decise di fare un'esplorazione in mare nel fine settimana.
Girò qualche giorno lungo il porto, in cerca di un brav'uomo disposto per pochi centesimi, ad accompagnarlo in questa sua escursione, ma non trovò nessuno.
Il secondo giorno si imbattè in un incontro improvviso: un giovane dalla faccia paffuta e dalle braccia lunghe, gli urtò involontariamente la spalla - Il ragazzo prontamente chiese scusa -.
Brown accettò le scuse e gli chiese il perchè di tanta fretta, egli rispose che stava correndo per arrivare in tempo all'appuntamento che aveva con il suo unico amico, per fare un giro in barca.
Tra i due nacque una breve conversazione, in cui si presentarono.
Il ragazzo raccontò di possedere una piccola imbarcazione e il professore di essere in cerca proprio di una persona che, in cambio di una piccola ricompensa, lo portasse al largo e che gli facesse da marinaio per due giorni.
Il giovane, dopo aver ascoltato attentamente l'offerta, decise di dare la sua disponibilità e accettò la strana proposta.
I due si diedero appuntamento per sabato mattina alle prime luci dell'alba.
Quando il professore arrivò al posto prefissato, trovò Charles, questo era il nome del giovane, pronto più che mai.
Charles era figlio di un marinaio e possedeva una semplice barca decorata interamente da lui, era lunga quattro metri ed aveva solo due piccole cuccette per riposare e per ripararsi dalle intemperie.
Per l'occasione, il timone era stato ricoperto da uno strato di cuoio duro e i due posti a sedere erano stati accuratamente puliti.
Il professore se ne accorse subito.

4.2.09

Verità

La storia ci insegna la bassezza del falso, il presente la necessità del vero. Da sempre gli uomini condividono le giornate con questi due opposti, ma cosa si nasconde dietro l'eterna lotta tra il vero e il falso? La verità, essendo al di sopra del giudizio umano, non si cura delle interpretazioni morali ed è destinata a vivere in eterno, al contrario la menzogna è basata su giudizi morali, sull'indecisione umana e ha una vita relativamente breve. Ci sono principalmente tre motivi che accomunano gli uomini spingendoli a mentire. Il primo, che è caratterizzato dal piacere di raccontare menzogne, è composto da giornalisti, scrittori e sofisti moderni. Il secondo, che è caratterizzato dalla necessità di dire il falso, è composto da commercianti, affaristi e venditori in genere. Il terzo, che è caratterizzato dal vizio della bugia, è composto da uomini con dipendenze varie, carenti d'affetto e insicuri cronici. Il falso ha mille volti, e se tutto è relativo, anche la menzogna va giudicata in base al danno che crea. Un punto a favore della piccola menzogna è che ha la capacità di accrescere il piacere. Quando ci viene narrata una storia, immaginate come sarebbe senza le fantasticherie, le idee vane, i vaneggiamenti falsi, i rigonfiamenti, i pezzetti aggiunti per mettere gli accenti sugli stati d'animo e i vari vaniloqui. Gli uomini che mancano di carattere, raccontano piccole bugie per riempire le giornate e non pensare a loro stessi. Senza queste piccole menzogne, sarebbero costeretti a pensare alla malinconia, al vuoto e al malanimo che portano dentro. Queste sono le piccole bugie che passano per la mente e che ci allontanano dalla noia, ma il vero problema sono le menzogne che affondano e mettono le radici. Chi segue con fermezza il credo del vero, chi è in costante ricerca di ogni verità, assaporerà presto il gusto di corteggiarla, perchè questa appartiene ai beni supremi della razza umana. Chi dice il vero, gode di un sentimento di piacere che dona una certa calma all'anima. Mao disse che "la verità è rivoluzionaria", perchè un uomo che dice il vero, compie un gran passo in avanti! La verità può far paura o addirittura stravolgere gli eventi, ma è strettamente necessaria per crescere. Chi si mette in gioco, non teme i grandi mutamenti, perchè tutto diventa degno di attenzione. Coltivare il culto del vero, permette di instaurare solidi rapporti sociali, basati sul rispetto e sulla stima reciproca. Immaginate un contesto sociale in cui ogni uomo dedicasse le proprie energie, oltre che al lavoro, al miglioramento di se stesso, tramite un'accurata ricerca interiore. Il risultato sarebbe una società semplice ma straordinaria, formata da individui sinceri! Ma qui, Hesse mi avrebbe sicuramente interrotto con questa sua piccola, sintetica teoria, che « La maggior parte degli uomini non vuol nuotare prima di saper nuotare. Certo che non vogliono nuotare; Sono nati per la terra, non per l'acqua. E naturalmente non vogliono pensare : infatti sono nati per la vita, non per il pensiero. Già, e chi pensa, chi concentra la vita nel pensiero può andare molto avanti, è vero , ma ha scambiato la terra con l'acqua e a un certo momento affogherà. »

1.2.09

Pensieri sul molo

Lungo il porto risiede
lo spirito antico.
Le navi son anime salve,
sontuose sulle onde.

Ristorano le bocche,
portano beni e viveri.
Ristorano i vivi,
con sogni e avventure!

Il cielo stellato,
gl'indica la retta via:
Queste fate travestite,
grandiosa la loro scelta!

Uomini su navi son eroi!
intrepidi, liberi spiriti!
Lo sguardo raccoglie la forza,
l'acqua scruta, si gonfia.

Positività dell'essere

Tutto scorre con incanto dinnanzi i miei occhi!
Ciò che vuol esser diviene tra luce e colore!
Il vento fa danzar i campi amati,
le nuvole scendono fino a toccar il suolo.

La lucentezza del fiore inizia con la nascita,
la tinta dell'arbusto prosegue dalla radice.
Gli alberi son maestri muti,
ciò che si impara da loro non lo si può dire!

Il mio desiderio d'esser attimo di transizione
è la simmetria perfetta della tua forma.
L'equilibrio che detieni, il flusso che emani,
chiama l'occhio a guardar i passi con cui è ottenuto.

La mente fluttua, si distende sui rovi,
porge il suo palmo a foglie e primizie.
D'un tratto tutti si presentano a me,
con nobili posture e movimenti armoniosi.

Oh! Tu che guidi la mia giovane anima,
Tutto tuo è il privilegio!
La tua bellezza è la qualità che fa perdurare.
Con la tua identità, tutto diventa ciò che è!

Il volo degli uccelli, le onde del mare,
rispecchiano l'eleganza del tuo volto.
Le maestose cascate, le dune nel deserto,
son l'anima tua: il bello dell'essere!