Chi pensa sia necessario filosofare, deve filosofare e chi pensa che non si debba filosofare, deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui.

7.10.08

Razzismo: sentimento inventato

Possiamo secondo me distinguere due forme di razzismo. La prima, che chiameremo razzismo materiale, racchiude un pensiero, una teoria, che affermi la superiorità di una razza nei confronti delle altre solo in base ai caratteri fisici dei propri membri, come il colore della pelle, la fisionomia del viso e così via. La seconda, che chiameremo razzismo spirituale, si basa sulla credenza di superiorità morali, religiose, culturali e sociali. Occupiamoci della prima forma. Il sentimento di razzismo materiale, è del tutto inventato. Gli uomini nascono estranei dal concetto di razzista, la natura mai regalò un dono così angusto. Gli uomini che si definiscono razzisti, sia che provino realmente disagio nel rapportarsi con persone fisicamente diverse, sia che non lo provino, ma comunque appoggiano il concetto di discriminazione, sono creduloni di basso spessore. Chi è razzista lo è per sentito dire, o per spirito di aggregazione, o, nel peggiore dei casi per un'assurda autoconvinzione che sfocia nella follia, un'ottusità tale da non far vivere l'individuo. L'idea razzista, che viene tramandata da padre in figlio, è basata solo su eventi caratteristici, che hanno avuto una forte impronta nel corso della storia, come può essere la tratta degli schiavi neri: si pensa che gli uomini di colore siano inferiori, soltanto perchè, agli inizi del quindicesimo secolo vennero resi schiavi dalle popolazioni occidentali. Da questo evento, durato ben 3 secoli, derivano le più svariate idee di supremazia e superiorità, tanto tristi quanto piccole, e vari detti usati anche al giorno d'oggi come "lavori come un negro" e "schiavo negro". Il razzismo è tramandato solo dagli uomini medi, dagli uomini del ressentiment per dirlo in termini nietzschiani. Questi da un semplice fatto della biografia umana, sono riusciti ad estirpare un sentimento, pulirlo, rafforzarlo e darlo in pasto alle generazioni. Non sto neanche a parlare sulle varie modalità di propaganda delle idee razziali, dal linguaggio alla caricatura politica di singoli fatti di cronaca, perchè tutti le conosciamo. Dietro un pensiero razzista, seppur inconsciamente, si cela la paura di rapportarsi e la paura di scoprire che non siamo belle persone, come sempre abbiam pensato. Gli uomini non conoscono se stessi e pretendono di conoscere gli altri! Bisogna sempre ricordare che non si può giudicare un libro dalla copertina. Chiunque voglia contraddire o aggiungere del suo lo faccia.

1 commenti:

Fede ha detto...

Molto bello questo post, credo faccia emergere bene quanto assurdo sia il razzismo "fisico". E bello soprattutto il riferimento finale alla paura di "rapportarsi con gli uomini", ossia di essere uomini, come causa scatenante del razzismo. Infatti credo che sia proprio il riconoscimento del fatto che ogni essere umano sia in grado, rapportandosi coi suoi simili, di diventare davvero umano, superando quindi tutte quelle differenze fisiche -innegabili- che hanno alimentato nei secoli l'obbrobrio razzista,sia alla base del superamento del concetto di razzismo e della relegazione di chi ancora costruisce la propria etica su questo principio nell'angolo della società (o così dovrebbe essere, almeno).
Più spinoso è il discorso sul razzismo spirituale. Dove sta il limite tra l'ordinamento secondo dati criteri (oggettivi o soggettivi) di forme di sviluppo culturale e sociale e il razzismo ontologico? difficile a dirsi...

p.s.= gia non scrivere se qualcuno vuole aggiungere qualcosa...scrivi direttamente fede che non cambia molto...