Chi pensa sia necessario filosofare, deve filosofare e chi pensa che non si debba filosofare, deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui.

5.1.09

Piccolo racconto tratto dall'esperienza di un diciassettenne

Avete presente quelle esperienze che a distanza di anni ricordate benissimo? Questa è una di quelle. Mi è venuta in mente qualche giorno fa e ve la racconto. Quante volte sul luogo di lavoro o in un bar, le nostre orecchie sono state importunate da persone che avevano si il diritto di parlarci, ma non quello di venire ad impartire lezioni. E quante volte, in momenti di circostanza, ci siamo abbassati a sorridere o ad assecondare battute o concetti totalmente estranei al nostro modo di misurare le cose, solo per mantenere una certa immagine e per non dare nell'occhio. Ricordo un discorso che feci tempo fa, con due persone incontrate per esigenze lavorative: fu un trauma! appena uno di questi parlò delle donne e degli immigrati, sulla tolleranza "che ha un limite" e su cosa fosse giusto o sbagliato riguardo politica e storia, mi si gelò il sangue. Nei suoi occhi c'era la cattiveria e la furbizia di chi appartiene al mondo della disfatta. Pensai di andarmene perchè ero nauseato dallo sguardo e dall'atteggiamento di quell'uomo, ma mi feci forza e decisi di esporre la mia idea. Dissi due parole ma subito mi accorsi che ne uno ne l'altro, avevano orecchie per ascoltarmi. Feci un sorriso forzato seguito da un cenno con la nuca, salutai cordialmente e con una scusa banale mi allontanai in tutta fretta. Essermene andato facendo intendere a quei due di pensarla a grandi linee come loro, mi rendeva irrequieto. Era nato in me un sentimento cupo, malinconico, mi sembrava quasi di essere stato partecipe di quel mondo che non volevo. Il mio atteggiamento era stato un atteggiamento falso di circostanza! avrei voluto gridare che non la pensavo così, che tutto ciò che era stato detto in quella conversazione era il motivo del perchè il mondo andava a rotoli, ma non l'avevo fatto! Stetti male qualche momento, fino a quando tutto divenne più chiaro. Capii che feci la cosa giusta. Capii che a certe persone non serve a niente esporre un'idea diversa dalla loro e che quel sorriso forzato (tanto odiato) mi aveva dato la possibilità di mantenere la simpatia, e come uno scudo assicurava il mio muovermi liberamente in futuro senza creare alcun sospetto, o come cantava De Andrè "senza dovermi fingere innocente". Di questi tempi, lo scontro frontale con alcune persone è inutile e dannoso, perchè anche se dovessimo vincere la battaglia, non avremmo comunque alcuna vittoria. Avere una maschera, che ci difende dai "conservatori morali" ci fa superare molte sfida in segreto! Ora possiamo intrufolarci in territorio nemico senza farci scoprire, perchè le nostre orecchie hanno imparato ad ascoltare con il sorriso. Ora ogni frase pronunciata che passerà per il nostro labirinto auricolare, non verrà subito immagazzinata, ma bensì trasportata in un'altra area dove in una frazione di secondo verrà scomposta e reciclata: la frase che tanto aveva disgustato le nostre orecchie andrà a dar forza alle nostre indecisioni, trasformandole in certezze. é come se avessimo un sistema di autodifesa che ci difende da tutto ciò che di cattivo tenta di intaccare il nostro spirito, che trasforma il negativo in positivo e che ci fa dimenticare ogni forma di passività, o almeno così ci piace credere. Per questo non dobbiamo mai stancarci di frequentare il mondo, per quando triste possa a volte risultare ai nostri occhi. Bisogna sempre vivere al contatto con gli uomini, perchè proprio da loro si può imparare e trarre benefici forse ancor più che dai libri.

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