Chi pensa sia necessario filosofare, deve filosofare e chi pensa che non si debba filosofare, deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l'addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui.

10.2.10

Che cos'è la morale? - parte 2 -

IMMORALITà

Laddove viene abbandonato lo spirito di aggregazione prevale la sete di conoscenza, che predispone l'intelletto ad una maggiore cognizione del presente. Ciò che si contrappone alla morale comune è la cosiddetta "voglia di libertà", che vive nella capacità di formarsi del proprio volere in base alla propria volontà. Il libero arbitrio, formato da scienza e coscienza, fa si che l'individuo, facendo riferimento alle proprie esperienze e alla propria natura, valuti e giudichi, valori, idee e fatti accaduti, per ciò che sono e non per come risuonano.
Non esiste una morale ben definita che si contrappone a quella comune, tutto ciò che non ne fa parte viene detto "immorale". è questo il paradosso: il non far parte di preconcetti imposti, impone di fatto che ci si ritrovi nel torto a priori. Giusto e sbagliato, bene e male, sono concetti relativi, che variano a seconda della convenienza. L'uomo moderno non pensa più con la ragione, bensì con lo stomaco.
Non c'è nulla di universalmente giusto o sbagliato, perchè tutto può variare in base al rapporto di circostanza. La visione popolare del giusto è prettamente legata al conformismo: "riposi nel giusto se sei uguale a me, se sei diverso, cadi in errore" questo è il pensiero degli spiriti più ottusi e dei politici dotti, che non tollerano ciò che è più vitale. Invece gli immorali, elogiano le idee originali e le nuove azioni, sono per lo sviluppo sia individuale che collettivo e non si lasciano sedurre dalla stabilità!
Pensare in modo differente dal proprio vicino o dai propri genitori è una ricchezza, non una colpa; avere un'opinione propria, per quanto possa sembrare stravagante alle orecchie dei molti, combatte il conformismo e annulla il plagio. Molte volte chi compirà questo passo, potrà comunque cadere in errore o non portare a termine nessun obbiettivo, questo perchè non gli è propria la forza, bensì la capacità di distacco da tutto ciò che frena l'uomo e lo induce a non vivere: rimorsi, peccati, preconcetti, sensi di colpa, vittimismo, paranoie, sottocultura, complessi di inferiorità..
La morale comune viene rifiutata per necessità e predisposizione naturale nell'individuo sano e nel pieno possesso delle sue facoltà. Questo diverrà amante dei vantaggi che migliorano la vita ma con distacco, e sarà sempre pronto a servirsi dei doni della sorte senza diventarne succube. Ogni interpretazione morale perde di valore dinnanzi all'armonia dell'anima e la capacità gestionale di se stessi e delle proprie passioni, poi tutto va da sè.
Lo Hagakure, il manuale dei samurai scritto nel XVIII secolo, recita così: "Per seguire la Via il samurai deve mantenere l'attenzione sul momento presente e non vacillare, non avere pensieri mondani né essere schiavo delle passioni. Ogni istante è importante e quindi è necesario concentrarsi sempre sul momento presente", e ancora: "Quando ad un samurai capita qualche disgrazia, egli deve rallegrarsi, e far salti di gioia, poiché ha modo, nel disastro, di dar prove di coraggio e di energia", e infine, "Di certo esiste solo il particolare scopo del momento presente. Tutta la vita è fatta di attimi che si susseguono. Una volta compresa questa regola fondamentale, il samurai non deve più manifestare impazienza né porsi altri scopi. L'esistenza scorre semplicemente. Tuttavia le persone tendono a dimenticare tale precetto, pensando che esista sempre qualcosa di più importante. Pochi capiscono il valore di questo principio. Non si può imparare a conformarsi alle proprie decisioni senza perdere la Via, se non dopo una certa età ma, una volta raggiunta l'illuminazione, anche se non se ne ha chiaramente la coscienza, la determinazione è sempre presente. Se ci fissiamo in questo stato di attenzione continua, raramente ci sentiamo confusi, poiché così restiamo fedeli ai nostri principi". Tutto questo è al di sopra della retorica morale, è "immorale" e di gran lunga superiore.
Qualunque morale, come la politica, è ideologia, è aggregazione, è massificazione. Di questi tempi, avremmo bisogno di un sano scetticismo progressista, che sappia scuotere gli animi vivi! come il vento quando scuote gli alberi e fa cadere le foglie ormai secche, così anche noi dovremmo imparare a lasciare indietro le idee passate, i malumori, le sconfitte, ma anche le finte vittorie e le vanità, e prendere coscienza del potere che abbiamo. E se tutto muta perchè mai dovremmo restare fedeli a idee antiche, a errori e intolleranze, quando nelle nostre mani risiede una reale possibilità di miglioramento? è troppo banale accontentarsi e sottostare a idee conformiste, soprattutto dopo che se ne sono intravisti i limiti e le falsità.

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